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A Udine intollerabile attacco al ruolo della difesa

Comunichiamo che il nostro Consiglio

- riunito nell'adunanza del 26 luglio 2017;

- appresa la notizia della richiesta del P.M. di Udine, vistata dal Procuratore Capo e accolta dal G.I.P., di perquisizione e sequestro nei confronti di due avvocati iscritti all'Ordine Forense di Udine, sottoposti a indagine per il reato di infedele patrocinio, accusati di avere consigliato ai propri assistiti di avvalersi della facoltà di non rispondere e di essersi fra loro scambiati informazioni sull'indagine in corso nei confronti dei rispettivi assistiti;

- ritenuto che – dopo che oramai i difensori erano stati fatti oggetto di intercettazione, che la perquisizione e il sequestro erano stati eseguiti sia negli studi dei difensori che nelle loro abitazioni, e che l'intera vicenda aveva trovato approdo sulla stampa – il successivo provvedimento del Tribunale del Riesame con il quale il decreto del G.I.P. è stato annullato per mancanza del fumus boni iuris non è certamente bastevole a eliminare il gravissimo vulnus al doveroso, ed elementare, rispetto dell'indipendenza del difensore e dell'inviolabilità della funzione difensiva, che la richiesta del P.M., il visto del Procuratore e il provvedimento del G.I.P., in loro sconcertante concatenazione, hanno platealmente provocato;

ha deliberato

- di esprimere sconcerto e grave preoccupazione per la intollerabile violazione dei principi fondamentali che sorreggono l'indipendenza della difesa, il cui rispetto è costituzionalmente garantito e che dovrebbe essere massimamente assicurato proprio da chi, nell'esercizio della funzione rispettivamente assegnata dall'ordinamento giudiziario, è chiamato ad attuare e difendere i principi costituzionali che sorreggono il nostro stato di diritto, ivi compreso il riconosciuto diritto per un indagato di avvalersi della facoltà di non rispondere, nonché a rispettare il precetto deontologico che impone agli avvocati di "collaborare con i difensori delle altre parti, anche scambiando informazioni, atti e documenti" (art. 46 c.d.f.);

- di manifestare piena solidarietà ai colleghi destinatari di tali ingiustificabili attenzioni, incriminazioni e provvedimenti, pregando il Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Udine e la Camera Penale Friulana di farsene tramite;

- di comunicare la presente delibera anche al Ministero della Giustizia e al Consiglio Superiore della Magistratura, per il sollecito e doveroso esercizio delle azioni e iniziative di rispettiva competenza.

il Presidente

avv. Giovanni Berti Arnoaldi Veli


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