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Limitazioni all’accesso del Tribunale per gli avvocati

Circ. 19 del 17 aprile 2015 - Limitazioni all'accesso del Tribunale per gli avvocati

Si trasmette il decreto emesso il 10 scorso dal Presidente del Tribunale, sentito il Procuratore Generale, con il quale sono state irrigidite le modalità d'accesso al Tribunale dall'ingresso di via Farini.
Il Consiglio dell'Ordine, nel corso della successiva riunione convocata d'urgenza dal Procuratore Generale, ha rammentato che l'avvocatura bolognese è sempre stata aliena da condotte che abbiano mai potuto generare anche solo lontanamente il rischio di attentati a quella sicurezza che deve essere giustamente garantita all'interno degli uffici giudiziari, e ha respinto quindi con forza l'idea che il Tribunale debba difendersi dagli avvocati; semmai agli avvocati, all'interno degli uffici giudiziari, la sicurezza deve essere assicurata, come a tutti gli altri operatori di giustizia.
L'avvocatura bolognese rivendica con convinzione e orgoglio la funzione sociale della difesa, che deve essere svolta con rispetto della dignità della professione forense e di chi quotidianamente la esercita, tra tante difficoltà. L'avvocatura non è ospite all'interno degli uffici, ma vi accede – esattamente come i magistrati e il personale di Cancelleria – per svolgere la propria funzione, quale parte integrante della giurisdizione.
Come noto, però, i magistrati e il personale amministrativo accedono al Tribunale da ingressi a loro dedicati, in via del Cane, essendo presso tali ingressi collocati i macchinari per timbrare i rispettivi cartellini; e presso tali ingressi non è presente alcun metal detector, il che rende – in via di fatto – gli accessi dei magistrati e dei funzionari assai più agevoli (e assai meno sicuri) di quelli degli avvocati, che invece possono accedere al Tribunale esclusivamente dall'ingresso su via Farini, trovandosi così concretamente a essere i soli destinatari del recente provvedimento restrittivo degli ingressi.
Poiché all'avvocatura deve essere riconosciuta pari dignità in pari grado di non pericolosità rispetto alle altre categorie di operatori della giustizia, il Consiglio ha chiesto che vengano rimosse le ristrettezze di modalità d'ingresso imposte agli avvocati, ripristinando le modalità precedenti, come erano state regolamentate con il provvedimento del Presidente del Tribunale del 16 giugno 2009, sulla cui efficacia e adeguatezza non vi è stata alcuna occasione, a Bologna, di doversi ricredere.
Il problema della sicurezza degli uffici giudiziari non è sottovalutato dall'avvocatura, che anzi ha tutto l'interesse a svolgere la propria delicata funzione in ambienti protetti; ed è proprio sgravando gli addetti al controllo degli accessi dall'onere di un approfondito controllo del ceto forense che un più efficace e penetrante controllo può essere dagli stessi svolto nei riguardi di coloro che accedono occasionalmente agli uffici giudiziari.
Il Consiglio ha chiesto quindi di ripristinare al più presto, esaurendo la temporaneità del provvedimento adottato, le precedenti modalità di filtro all'accesso degli avvocati, limitando il controllo all'esibizione del tesserino, e dichiarato la propria disponibilità a forme di collaborazione che possano consentire di adottare soluzioni tecnologiche che sfruttino la presenza delle bande magnetiche nei tesserini (sia quello dell'Ordine, sia quello della Fondazione Forense) già in uso agli avvocati bolognesi; ha chiesto inoltre che venga approntato un varco d'accesso dedicato agli avvocati identificati con tesserino, in questo modo sia evitando attività di controllo inutilmente gravose e suscettibili di creare rallentamenti nell'accesso agli uffici da parte dei difensori, sia rimuovendo la ingiustificata disparità di trattamento che, di fatto, si è creata rispetto agli accessi da parte degli altri operatori della giustizia.


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